La Commissione europea ha annunciato ieri che, dei 750 miliardi di euro che compongono l’RRF (Fondo per la Ripresa), un terzo del denaro sarà raccolto sui mercati attraverso obbligazioni verdi, a iniziare da ottobre.
E se il metodo di raccolta delle risorse finanziarie non costituisce un novità (sono già stati raccolti 45 miliardi di euro nell’ambito del NextGenerationEU e ne verranno raccolti entro la fine dell’anno altri 35 miliardi entro la fine dell’anno), lo è certamente il fatto che l’Unione si prepara a diventare uno dei più importanti emittenti di obbligazioni verdi a livello mondiale. Perché le obbligazioni verdi possano essere considerate tali nell’ambito dell’RFF, devono rientrare in nove categorie di spesa: dalla ricerca e l’innovazione in campo ambientale alle tecnologie digitali, dall’efficienza energetica alla gestione dei rifiuti, dai trasporti ecologici alla protezione della natura. Esclusi nucleare e gas.
Dieci paesi hanno già ricevuto il prefinanziamento del 13% del totale delle risorse a loro destinate dal NextGenerationEU, tra cui l’Italia. Inoltre, da settembre, l’esecutivo comunitario inaugurerà regolari aste per la vendita di obbligazioni, che avranno luogo il quarto lunedì di ogni mese.