SPESO SOLO 6% DEI FONDI E METÀ DELLE MISURE SONO IN RITARDO

La Corte dei conti presenterà il 28 marzo al Parlamento la relazione semestrale sui dati emersi dal sistema ReGis. In base ai dati, i magistrati contabili calcolano che la spesa effettiva realizzata a fine 2022 è di 20,441 miliardi di euro. Con un aggiornamento ulteriore al 13 marzo, il contatore sale a 23 miliardi, legati a 107 (di cui 105 investimenti e 2 riforme) delle 285 misure elencate nel PNRR. Di conseguenza, il tasso di realizzazione si attesta al 12% delle risorse complessive disponibili fino al 2026. Tuttavia, molta di questa spesa è legata agli incentivi “automatici” già previsti dai programmi italiani, traslocati parzialmente nel PNRR. Per misurare la capacità effettiva di realizzare la spesa pubblica per i nuovi investimenti, i magistrati contabili hanno escluso gli incentivi all’industria e all’edilizia. Di conseguenza, i miliardi spesi sono arrivati a 10,024 su 168.381, fermandosi al 6% del totale.  Nella Missione 6, dedicata alla Salute, la spesa è praticamente assente (79 milioni su 15.626, quindi lo 0,5%), nella Missione 5, per l’Inclusione e coesione, si arriva a 239 milioni (l’1,2% dei 19,851 miliardi di budget) mentre su Istruzione e ricerca (Missione 4) si arranca fino al 4,1% (1,273 miliardi spesi su 30,876). In controtendenza solo la Missione 3, quella delle «Infrastrutture per la mobilità sostenibile», che scatta al 16,4% grazie agli appalti delle ferrovie. 

Per rimediare, il programma prevede che la spesa aumenti da 20,44 miliardi nei primi tre anni a 40,908 miliardi quest’anno, fino a 46-48 miliardi annui nel 2024-25. Tuttavia, il governo non sembra credere a questa accelerazione e quindi continua a negoziare con Bruxelles un ripensamento del Piano.