SERVE UNA RIVOLUZIONE AMMINISTRATIVA PER FERMARE IL DECLINO

di Gustavo Piga

I recenti dati del Fondo monetario internazionale sulla crescita economica durante il biennio 2022-2023 riportano un po’ di serenità, dopo che la stessa istituzione, lo scorso novembre, aveva prospettato scenari ben più cupi.

In particolare il nostro Paese chiude il 2022 meglio di quanto atteso solo tre mesi prima (dal +3,2 al +3,9%) e può ora sperare in un 2023 non recessivo (dal -0,2% al +0,6%). Una crescita economica 2023 in linea tra l’altro con le proiezioni fatte dal Governo Meloni nella Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (Nadef), anche se certamente a livelli non ambiziosi, tanto più se si considera che il quadro complessivo del nostro Paese continua a permanere quello di uno Stato membro dell’Unione europea (Ue) che inesorabilmente continua ogni anno a perdere peso economico e dunque politico all’interno dell’area dell’euro.

Per continuare a leggere l’articolo si rimanda a pag. 16 del Sole24Ore del 15 febbraio 2023