I minacciati progetti che saranno esclusi dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) rappresentano un serio rischio di non ricevere i finanziamenti comunitari a causa della possibilità di essere considerati inammissibili o di superare la scadenza del 2026. Durante il suo discorso alle Camere ieri, il ministro Fitto ha fornito diversi esempi di questi progetti, con particolare riferimento ai Comuni, che sono responsabili di oltre 13 dei 15,89 miliardi di euro di fondi “definanziati” dal Piano. Questi includono le cosiddette “piccole opere” e i Piani urbani integrati, che in passato hanno sollevato preoccupazioni a seguito delle valutazioni negative da parte della Commissione Europea, come accaduto con gli stadi di Venezia e Firenze. Tali casi potrebbero essere solo l’inizio di una serie di respingimenti comunitari, che il governo vuole evitare eliminando tali progetti dal Pnrr. Poi, la Commissione Europea, non ha riconosciuto l’intero numero di nuovi posti derivanti dalle demolizioni e ricostruzioni di nuovi asili, come indicato nel bando, ma solo una quota aggiuntiva. Di conseguenza, è necessario avviare un nuovo bando finanziato con 900 milioni di euro derivanti dalla rimodulazione del Piano.