Il Collegio del Controllo Concomitante della Corte dei Conti ha presentato la relazione annuale su 38 interventi finanziati dal Piano di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e del Piano Nazionale Complementare (PNC), per un valore complessivo di 52,7 miliardi sui 222 approvati dal governo. L’indagine ha evidenziato, in primo luogo, una debolezza progettuale, aggravata dall’estrema eterogeneità degli interventi e dall’assenza di elementi sulla congruità del dimensionamento finanziario, problema principalmente per ministeri ed enti territoriali. Dall’altra parte, invece, i ritardi nella selezione dei progetti da finanziare sono un problema delle amministrazioni centrali, titolari degli interventi del Piano. Gli slittamenti hanno riguardato, per esempio, gli investimenti su edilizia scolastica e sport nelle scuole, ma anche in quelli per l’accessibilità di musei, biblioteche e archivi.
Un punto di debolezza trasversale poi riguarda Regis, il sistema per gestire la massa dei dati di ogni intervento del Piano. La Corte segnala una mancanza di documentazione fondamentale e spesso un disallineamento tra le informazioni pubblicate dalle amministrazioni titolari e dai soggetti attuatori.