Pnrr e fondi di coesione a confronto nell’analisi della Corte dei conti europea

Il documento, pubblicato nel 2023, esamina le analogie e le differenze in termini di governance e gestione, programmazione della spesa, condizioni di erogazione dei pagamenti, monitoraggio e costi di attuazione, controllo e audit. Grazie alla presenza dei due strumenti di finanziamento gli Stati membri possono spendere molto più che in passato nel settore della coesione economica, sociale e territoriale. Coordinarne l’attuazione è cruciale perché hanno un assetto di governance e di gestione differenti, per cui, a seconda dello strumento, gli organi dell’UE e le autorità nazionali hanno responsabilità differenti.

La politica di coesione è il principale investimento a lungo termine dell’UE inteso a promuovere la coesione economica, sociale e territoriale, mentre l’RRF è uno strumento temporaneo ad hoc, di risposta alla crisi che mira ad attenuare l’impatto della pandemia di COVID-19 sull’economia dell’UE e a rafforzare la resilienza dell’UE e degli Stati membri a shock futuri. Le priorità sono simili, ma i finanziamenti a titolo dell’RRF sono collegati più strettamente alle riforme. I finanziamenti a titolo di entrambi gli strumenti sono erogati sotto forma di sovvenzioni; nel caso dell’RRF anche sotto forma di prestiti rimborsabili. Il sostegno concesso ai paesi a titolo della coesione tiene conto delle disparità regionali, a differenza di quanto avviene per l’RRF. Gli strumenti differiscono notevolmente anche sotto il profilo dei processi di approvazione e valutazione: i pagamenti a titolo della coesione si basano sui costi effettivi, mentre l’erogazione dei pagamenti a titolo dell’RRF è subordinata al conseguimento soddisfacente di traguardi e obiettivi, verificato anche nel quadro di controlli e audit. Di conseguenza, per l’RRF, la Commissione fa maggior affidamento sui sistemi nazionali per consentire l’efficace tutela degli interessi finanziari dell’UE.

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