Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano mostra segnali contrastanti. Da un lato, la spesa effettiva è ancora bassa, raggiungendo solo 51,36 miliardi di euro al 30 giugno, con un incremento di soli 9,4 miliardi rispetto alla fine del 2023. Dall’altro, l’85% dei fondi totali è stato assegnato ai progetti attuatori, e il 92% delle procedure di gara sono state attivate. Nonostante le lentezze, il ministro Raffaele Fitto vede segnali positivi. Ad esempio, l’Italia ha ricevuto il 53% dei fondi complessivi e ha raggiunto i traguardi per il 63% delle risorse del PNRR. Tuttavia, permangono forti disparità tra le diverse missioni del piano: la digitalizzazione e il turismo sono avanti, mentre inclusione, coesione e sanità sono in ritardo. Il governo monitorerà attentamente le amministrazioni ritardatarie, applicando poteri sostitutivi se necessario, come previsto dal decreto legge PNRR quater. Le prossime valutazioni saranno cruciali per capire se il PNRR riuscirà a rispettare le scadenze entro il 2026. |