di Gaetano Scognamiglio e Gustavo Piga
Abbiamo un problema col PNRR che, per quanto in linea con gli obiettivi e con i target previsti, non lo è con l’andamento della spesa. Il dato è tanto più preoccupante se si considera che dalla prima emersione del fenomeno segnalata da Orep la differenza fra spesa prevista e spesa effettuata si continua ad allargare. Lo scorso 8 aprile avevamo rilevato su questo giornale che il ministro Franco aveva dichiarato uno scarto di 10 miliardi tra la spesa effettuata (5,1 miliardi) e quella prevista (15,425 miliardi). Successivamente nel Def la previsione di spesa dei fondi Pnrr entro il 2022 fu abbassata da 41 miliardi a 33,7 e, ultimamente, la Nadef la ha rivista ancora, riducendola a 20,5 miliardi. Sparisce così l’1% di Pil di investimenti e, se si tiene conto che in tempi bui il moltiplicatore degli investimenti pubblici è vicino a 2 grazie alle attività indotte che vengono a generarsi, stiamo parlando di circa 2% di Pil perduto, esattamente il nostro ritardo nel periodo 2020-2023 dalla performance media dell’area dell’euro (2,4% secondo le ultime stime dell’Fmi contro il nostro 0,7%, che ingloba una stima di recessione 2023 pari al -0,2%).
Per continuare a leggere l’articolo si rimanda a pag. 14 del Sole24Ore del 28 ottobre 2022