Prende luogo un’alleanza fra il ministero del Made in Italy e le Entrate su tempi e scambio dei dati: il governo prova a dare tempi certi alle verifiche sulla legittimità degli sconti fiscali. La novità arriva da uno degli emendamenti che l’Esecutivo ha presentato al decreto Pnrr-3 al voto da ieri in commissione Bilancio e atteso in Aula dopo Pasqua, e si concentra su uno dei pochi filoni del Piano che fin qui si è tradotto in spesa effettiva: i crediti d’imposta 4.0. Come spiega la Corte dei conti, circa 13 dei 23 miliardi mossi fin qui dal Pnrr sono legati ai crediti d’imposta automatici chiesti dalle imprese per l’innovazione o dai cittadini per i bonus edilizi. Il meccanismo, e qui arriva lo snodo più delicato che mostra l’urgenza del tema, per funzionare dovrà andare in deroga al segreto d’ufficio. Tra gli emendamenti governativi arriva poi la norma di chiusura per completare i controlli contro i ritardi nei pagamenti delle fatture commerciali, e soprattutto per rispettare in questo modo uno degli obiettivi intermedi del 31 marzo, chiede alle amministrazioni centrali di adottare «specifiche misure per l’efficientamento dei propri processi di spesa». Tutte le Pa centrali e locali, con la solita eccezione della sanità che ha regole proprie, dovranno poi inserire nei contratti con i dirigenti apicali e con i responsabili delle fatture obiettivi annuali di rispetto dei tempi di pagamento, a cui dovrà essere collegato almeno il 30% della retribuzione di risultato. La norma prevede inoltre che i gestori provvedano alla verifica dei dati mediante l’accesso all’Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr).