L’economia italiana ha chiuso il 2024 con una crescita zero nel quarto trimestre, lo stesso dato del periodo estivo. Questo significa che il 2025 parte senza alcuna spinta ereditata dall’anno precedente, rendendo più difficile il raggiungimento dell’1,2% previsto dal Governo. Secondo l’Istat, il Pil annuo segna un modesto +0,5% destagionalizzato (+0,7% con il dato grezzo), inferiore alle previsioni del Piano di bilancio. Il rallentamento riguarda l’intera Eurozona, anch’essa ferma a zero, mentre gli Stati Uniti registrano un robusto +2,3% annuo, nonostante un calo rispetto al trimestre precedente. La crescita italiana è stata frenata dal calo nei servizi e nell’agricoltura, compensato solo in parte da una ripresa dell’industria. Nemmeno l’accelerazione della spesa reale del Pnrr, con un picco di investimenti pubblici nel 2024 (+29,7% a livello statale e +19,3% per gli enti locali), è riuscita a dare slancio significativo al Pil. La frenata solleva dubbi sulla sostenibilità del taglio del deficit e sulla tenuta dei conti pubblici, con il debito previsto in aumento al 136,9% del Pil. Le stime per il 2025 restano deboli: Confcommercio considera già ottimistico un +1%, mentre gli analisti di Ref prevedono solo +0,6%. |