Nonostante qualche timido aiuto da parte del Governo, per gli enti locali il Recovery Plan è ancora una strada tutta in salita

Nuovo report dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio: gli Enti territoriali saranno responsabili di un flusso di spese legate all’attuazione del PNRR pari a oltre il 40% della media annua di spesa in conto capitale effettuata dalle Amministrazioni locali nel triennio 2018-2020

È stato presentato ieri dal Ministro Brunetta e dal Presidente dell’ANCI de Caro il Programma “P.I.C.C.O.L.I. Piani di intervento per le competenze, la capacità organizzativa e l’innovazione locale”, che, con una dote di 42 milioni/EUR, ha a disposizione 41 mesi per rafforzare la capacità amministrativa dei piccoli Comuni italiani. L’iniziativa realizzata nell’ambito del PON Governance e capacità istituzionale 2014-2020, non rientra all’interno di REACT EU – e quindi di Next Generation EU – ma fa parte di varie misure che il Governo sta mettendo in atto per colmare le carenze di capacità amministrative a livello locale, che possono compromettere l’attuazione del Recovery Plan.

Del resto, essere preoccupati appare più che legittimo. Il Consigliere dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) Alberto Zanardi è intervento il 20 ottobre 2021 presso la Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale. Nel testo dell’intervento che ha presentato, Zanardi si è soffermato sul grado di coinvolgimento degli Enti decentrati nell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Sulla base degli allegati alla versione del PNRR approvata dalle istituzioni della UE e con riferimento solo alle risorse messe a disposizione dal Dispositivo di ripresa e resilienza (ossia la parte preponderante delle risorse relative al Next generation EU) Zanardi stima che le Amministrazioni locali gestiranno in quanto soggetti attuatori importi compresi tra circa 66 e 71 miliardi/EUR (approssimativamente, tra il 34,7 e il 36,9 per cento del complesso delle risorse RRF destinate all’Italia) per il complesso delle Missioni del PNRR.

A questi si aggiunge l’ulteriore impegno che sarà richiesto agli Enti territoriali per la realizzazione, negli stessi anni, anche delle spese previste dal Fondo complementare al PNRR (30,6 miliardi/EUR) e dagli altri strumenti NGEU (a partire dai 13,5 miliardi/EUR di sovvenzioni che dovrebbero essere erogate da REACT-EU entro il 2022).

Considerando il valore massimo dell’intervallo stimato sopra (70,6 miliardi/EUR) e la tempistica prevista (entro il 2022 sarà erogato meno del 20 per cento della spesa, mentre nel biennio 2024-25 si concentrerà il 46% degli esborsi), ciò implicherebbe la realizzazione da parte degli Enti territoriali di un flusso di spese legate all’attuazione del PNRR di circa 16 miliardi/EUR annui nel biennio 2024-25. Ipotizzando che il 75% di tali spese siano aggiuntive, si arriverebbe a 12 miliardi l’anno, valore pari a oltre il 40% della media annua di spesa in conto capitale effettuata dalle Amministrazioni locali nel triennio 2018-2020 (periodo contraddistinto da una crescita di tali voci di spesa, dopo il calo costante iniziato nel 2009). 

Zanardi, quindi, conclude: “Ipotizzare un ulteriore incremento nell’ordine di oltre 10 miliardi annui entro un triennio pone certamente un interrogativo circa la capacità delle strutture coinvolte nella realizzazione degli interventi di fare fronte al carico amministrativo associato a tali flussi di spesa, anche alla luce del forte ridimensionamento degli organici osservato nel decennio che ha preceduto l’emergenza COVID”.