Secondo quanto dichiarato dal Presidente dell’Autorità Anticorruzione, l’aumento dei costi energetici e delle materie prime costituiscono circostanze eccezionali e imprevedibili che impattano l’economia italiana. Gli investimenti inseriti nel PNRR non sono caratterizzati dallo stesso livello di priorità. In alcuni casi, le amministrazioni hanno presentato progetti di importanza non prioritaria con l’obiettivo di raggiungere gli impegni di spesa previsti. Inoltre, realizzare un consistente numero di interventi in un lasso di tempo relativamente breve, comporta una concentrazione di lavori e contratti pubblici che inevitabilmente conducono all’aumento dei costi sia in riferimento alla forza lavoro che alle materie prime. Il Piano può dunque essere modificato secondo delle condizioni specifiche. La rinegoziane deve avvenire tramite un dialogo trasparente e uniforme con l’UE; le modifiche devono riguardare un adeguamento di esso e non uno stravolgimento che andrebbe contro il regolamento; le modifiche non devono riguardare le riforme che devono bensì essere accelerate; una vera modifica può riguardare la riprogrammazione temporale degli interventi per evitare una strozzatura derivante dalla necessità di realizzare tanti progetti contemporaneamente con conseguente concorrenza delle imprese e della PA nell’accaparrarsi le risorse disponibili.