Le lentezze nella realizzazione del “piano di riorganizzazione” degli ospedali che potrebbero inficiare sul PNRR

Il Sole 24 Ore di oggi, 5.11.2021 riporta che il dicastero guidato dal ministro Roberto Speranza è sul punto di realizzare l’unico traguardo previsto per il 2021: infatti, con la firma lo scorso 25 ottobre del decreto con il «piano di riorganizzazione» degli ospedali che vale 1,4 miliardi e prevede un aumento dei posti letto nelle terapie intensive (+3.500 letti) e semintensive (+4.225), il decreto è in registrazione alla Corte dei conti ed è stato già al centro di un primo audit dei tecnici del ministero da parte dell’Europa nei giorni scorsi. E tuttavia il Sole scopre che il piano in realtà già esisteva da oltre un anno, poiché infatti è la “fotocopia” di quello approvato dopo la prima ondata del Covid, finanziato appunto con 1,4 miliardi dal decreto 34 del maggio 2020.

Secondo l’ultimo monitoraggio ufficiale, il piano vede già ampi ritardi: finora è stato attivato soltanto un letto su quattro dei 3.500 previsti con grandi differenze tra Regione e Regione che vanno dallo 0% di letti attivati da Molise e Basilicata all’80% dell’Emilia Romagna e al 75% dell’Abruzzo – nonostante per l’attuazione si sia ricorso ad una gara ristretta – facendo sì che gli ospedali si attrezzassero nell’ultimo anno con letti aggiuntivi ”precari” o padiglioni all’interno di fiere da attivare in caso di necessità. A fine aprile scorso dopo quasi 12 mesi, secondo i dati del ministero della Salute riportati recentemente dalla Corte dei conti dei 3.591 letti in terapia intensiva ne erano stati realizzati solo 922 (il 25,7%) e dei 4238 nelle semi-intensive solo 1081 (il 25,5%), anche qui con diverse Regioni con zero nuovi letti attivati (Basilicata, Molise, Friuli, Liguria, Trento e Valle d’Aosta).

Per attuare il Piano c’è ora tempo con il PNRR fino al 2026, ma la critica situazione di partenza fa presagire la probabile attuazione in questo settore dei poteri sostituivi.