LA RIFORMA DEI PORTI METTE A RISCHIO LA TERZA RATA (MISSIONE 3, COMPONENTE 2, RIFORMA 1.2) 

La riforma dei porti italiani, avviata con il decreto 202/2022 dei ministeri delle Infrastrutture e dell’Economia per aumentare la competitività del sistema portuale, sta complicando le verifiche Ue per ottenere l’assegno da 19 miliardi corrispondente alla terza rata. Poiché però la Commissione ritiene che la riforma sia poco incisiva, il governo ha emanato un nuovo provvedimento, sotto forma di Linee guida per l’applicazione del regolamento che disciplina la consultazione preventiva da parte delle Autorità portuali prima del bando. Tuttavia, la Commissione Ue ha notato alcune lacune importanti nel testo, tra cui l’assenza di una durata predeterminata delle concessioni, l’assenza di un’Autorità terza e la possibilità di prorogare le concessioni oltre i 10 anni. Di conseguenza, per raggiungere l’obiettivo di rispettare gli impegni del PNRR entro la fine del mese, l’esecutivo deve fare uno sforzo negoziale anche con provvedimenti dell’esecutivo precedente.