Riproponiamo l’articolo di Francesco Verbaro, pubblicato il 5 novembre 2021 sul Sole 24 Ore
Uno spettro si aggira tra i palazzi delle amministrazioni italiane, quello della paura di non riuscire a utilizzare le risorse del Pnrr, e non solo. Con onestà intellettuale molti dirigenti e amministratori pubblici si stanno chiedendo come potranno mai spendere (e bene) tante risorse, se la performance registrata negli ultimi decenni, per somme minori, è stata poco brillante e a tratti disastrosa.
La preoccupazione è ben fondata se si considera che ai circa 220 miliardi del Pnrr vanno sommate: le risorse dei fondi strutturali “tradizionali” ( ancora quote importanti della 2014-2020 e della nuova 2021-2027) e quelle del React Eu, per un totale potenziale che si aggira intorno ai 340 miliardi di euro da spendere entro il 2029, di cui circa 300 stimabili entro il 2026. Inoltre, i finanziamenti previsti nel Pnrr saranno messi a disposizione su base semestrale e solo a fronte dell’effettivo conseguimento degli obiettivi intermedi previsti, secondo la sequenza temporale concordata. Non si tratta di fare decreti, ma di gestire.
Per continuare a leggere l’articolo si rimanda al sito del Sole 24 Ore.