Poiché gli acquedotti italiani hanno una media di perdite che supera il 40%, il MIT ha predisposto una spesa di circa 300 milioni di euro nell’ambito del PNRR, seconda tranche dei 900 milioni da destinare alla riduzione delle perdite, alla digitalizzazione e al monitoraggio delle condotte. Tuttavia, tali interventi, richiedono tempistiche che il Pnrr non permette di avere.
Alcune aziende però, come Pipecare, Acoset o Aiaqua, hanno mostrato che è possibile intervenire più rapidamente riparando le tubature senza effettuare scavi o rilevando le perdite e prevedendo i consumi tramite l’intelligenza artificiale. Sensori, piattaforme e sistemi di supporto costituiscono soluzioni più rapide ed efficienti e possono portare a potenziali risparmi idrici tra il 20 e il 50 per cento.