IL CONSIGLIO DEI MINISTRI HA APPROVATO IL NUOVO CODICE APPALTI

Il nuovo Codice degli Appalti Pubblici è stato finalmente approvato ieri dal Consiglio dei Ministri. La sua approvazione rappresenta una buona notizia, poiché è una delle riforme necessarie affinché l’Italia possa ottenere l’assegno da 19 miliardi previsto dal PNRR. Il Codice contiene 36 allegati che hanno sostituito ben 104 norme secondarie, rendendolo immediatamente applicabile. Il “cuore” del Codice è costituito dagli affidamenti diretti e dalle procedure negoziate, con le gare a ruolo residuale. Di conseguenza, le stazioni appaltanti qualificate potranno concludere contratti con un unico operatore per la progettazione ed esecuzione dei lavori sulla base di un progetto di fattibilità tecnico-economica approvato. Inoltre, è previsto l’utilizzo del subappalto a cascata senza alcun limite. Tra le altre novità c’è la riqualificazione delle stazioni appaltanti: con il nuovo testo, le città metropolitane e i capoluoghi di provincia o di regione saranno inseriti di diritto negli elenchi speciali tenuti dall’ANAC con riserva per un anno. Tuttavia, c’è la preoccupazione che si possa creare un effetto “imbuto” con l’ingolfamento di tutte le procedure in capo a uno stesso soggetto che dovrà gestire i propri bandi e quelli dei Comuni limitrofi più piccoli. A partire dal prossimo anno, verrà anche introdotta la digitalizzazione dei contratti e delle procedure, con l’avvio della Banca Nazionale dei Contratti Pubblici di ANAC, inizialmente riservata alle stazioni appaltanti qualificate e poi estesa a tutte le altre dopo sei mesi. Inoltre, sono stati fissati un rimborso dell’80% della maggiorazione e un’aliquota del 5% per la revisione dei prezzi. Per quanto riguarda i settori speciali (acqua, gas, trasporto ed energia), possono beneficiare di maggiore libertà nella conclusione dei contratti. Lo stesso vale per i concessionari, che non sono più soggetti al vincolo di sottoporre a gara l’80% dei propri contratti. Nonostante la soddisfazione per la conclusione della riforma, ci sono preoccupazione per la concorrenza.