Decreto MUR 330/2022 avente oggetto “Mobilità temporanea di ricercatori e dipendenti di alta qualificazione tra università, enti di ricerca ed imprese” (Missione 4, Componente 2, Riforma 1.1)

Il decreto consente a università ed enti pubblici di ricerca di stipulare con le imprese convenzioni dirette a disciplinare la mobilità temporanea di ricercatori e dipendenti di alta qualificazione che siano impiegati nel settore della ricerca e dello sviluppo. L’obiettivo è realizzare specifici progetti di ricerca e attività di terza missione, oltre a promuovere il trasferimento tecnologico e le collaborazioni nell’ambito delle infrastrutture di ricerca.

Il decreto, nel dettaglio, disciplina sia la mobilità da enti pubblici di ricerca e università verso le imprese sia quella del personale appartenente alle imprese verso atenei ed enti. In entrambi i casi, sia i ricercatori di università ed enti sia i dipendenti delle imprese, possono essere temporaneamente distaccati, rimanendo nel ruolo e mantenendo il rapporto di lavoro con il soggetto da cui dipendono. Saranno le convenzioni a definire, tra l’altro, il progetto a cui è collegata la mobilità temporanea dei ricercatori o dei dipendenti delle imprese, gli obiettivi, le attività da svolgere, l’indicazione dell’eventuale impegno didattico o per altre attività istituzionali, la durata complessiva.

Il Decreto è un tassello della Riforma “Attuazione di misure di sostegno alla R&S per promuovere la semplificazione e la mobilità“, ossia la numero 1.1 della Missione 4, Componente 2 del PNRR. La riforma è prevista a traguardo nel giugno del 2022 e si divide in più provvedimenti:

Un primo step è stato attuato con il decreto MUR n. 1314/2021 che definisce le procedure di valutazione delle domande, prevedendo, tra l’altro, che sia effettuata da esperti tecnico scientifici, italiani o stranieri, individuati dal Comitato nazionale per la valutazione della ricerca (CNVR) nell’ambito di appositi elenchi gestiti dalla Commissione europea, dal ministero, da altre istituzioni nazionali, internazionali e comunitarie, e infine nominati dal MUR. La nuova disciplina prevede, per gli investimenti relativi a grandi programmi e infrastrutture di ricerca o tecnologica di innovazione, che ci possa essere preventivamente una manifestazione di interesse con due distinte fasi di valutazione e una successiva, eventuale, negoziazione. Il decreto, poi, prevede l’attivazione, da parte del MUR, di forme di monitoraggio periodiche per valutare l’impatto e le ricadute generate dagli interventi finanziati, anche sul piano sociale ed economico, stabilendo, inoltre, che dati e risultati conseguiti per ogni progetto confluiscano in apposite banche dati per assicurarne l’accessibilità e il riutilizzo da parte della comunità scientifica nazionale e internazionale

Un secondo step è stato attuato tramite il DL 152/2021, che ha semplificato le procedure di richiamo dei ricercatori italiani all’estero, nonché di quelli internazionali.

Il DM 330/2022 ha previsto poi una misura per sostenere la mobilità di figure di alto profilo – come il research manager – tra università, infrastrutture di ricerca e aziende.

Per completare le riforma nelle prossime settimane sarà esaminato dal Senato un emendamento al disegno di legge di conversione del DL n.36 del 2022 relativo ai percorsi di carriera dei ricercatori (art. 24, comma 3, legge 240/2010). La proposta emendativa reca una nuova disciplina dei ricercatori universitari a tempo determinato, l’istituzione della figura del tecnologo a tempo indeterminato e la soppressione degli assegni di ricerca in luogo del nuovo strumento dei contratti di ricerca.