CURE A CASA, 2,7 MILIARDI A RISCHIO PER METÀ REGIONI

La corsa alle cure domiciliari, che comincerà quest’anno, sta registrando ritardi importanti. Sono a rischio, infatti, quasi 3 miliardi del PNRR da spendere da qui ai prossimi 4 anni per portare le cure domiciliari al 10% degli over 65 italiani. Le problematiche riguardano la carenza di personale sanitario su territorio nazionale ed il fatto che solo una decina di Regione sono in regola con l’accreditamento che potrebbe includere enti privati e cooperative che già si occupano di assistenza domiciliare integrata. Il decreto di riparto però mette paletti precisi vincolando l’erogazione delle risorse al raggiungimento di obiettivi intermedi di popolazione assistita anno per anno. Già dal 2023 le regioni per avere il 50% delle risorse stanziate dovranno dimostrare di aver raggiunto 296mila over 65 in più. Il fulcro delle prestazioni a domicilio dovrebbe essere l’infermiere di famiglia, ma considerando le criticità legate alla carenza di personale sanitario e al calo delle iscrizioni a corsi universitari del settore il rischio flop si fa concreto. Un altro fattore di rischio è il mancato recepimento in metà regioni dell’Intesa che il 4 agosto 2021 aveva stabilito i requisiti per l’accreditamento delle cure domiciliari. Ad oggi, solo 3 regioni su 20, Lombardia, Lazio e Sicilia, sono a buon punto e stanno procedendo con la tabella di marcia.