La Corte dei Conti UE ha lanciato un segnale d’allarme riguardo ai ritardi nell’attuazione del Recovery Plan: secondo il rapporto presentato dalla Corte, alla fine del 2023, solo il 29,4% dei fondi previsti a livello europeo è stato effettivamente distribuito, e molti di questi fondi non hanno ancora raggiunto i destinatari finali. L’Italia, che ha il PNRR più grande d’Europa, ha ricevuto finora 113,5 miliardi di euro da Bruxelles, ma ne ha spesi ufficialmente solo 52,2 miliardi, pari al 51% dei fondi incassati. Questo ritardo, insieme alla concentrazione di una larga parte degli investimenti nell’anno 2026, rappresenta una sfida significativa. Infatti, secondo le stime della Corte dei Conti UE, l’Italia dovrebbe gestire il 62% degli investimenti del PNRR proprio nell’ultimo anno, un obiettivo che richiederà uno sforzo straordinario in termini di capacità amministrativa e realizzativa. Il rapporto della Corte sottolinea che il problema riguarda l’intera Europa, ma l’Italia è particolarmente esposta a causa della dimensione e della tempistica del suo piano. Il governo italiano ha cercato di rassicurare, evidenziando che il 91% delle risorse è già stato messo a gara, ma resta il nodo della spesa effettiva, che dovrà aumentare a un ritmo molto più sostenuto nei prossimi anni per evitare il rischio di non completare il piano entro la scadenza del 2026 La situazione sarà un banco di prova cruciale per l’Italia e per Raffaele Fitto, che potrebbe assumere il ruolo di commissario UE responsabile del Recovery e della Coesione. La sfida sarà quella di riuscire a coordinare gli sforzi necessari per rispettare i tempi e garantire che le risorse del PNRR siano utilizzate in modo efficace e tempestivo, in un contesto di crescenti pressioni e aspettative sia a livello nazionale che europeo. |