La delibera 14/2021 della sezione Autonomie della Corte dei conti con le «Prime analisi sulla qualità della spesa dei Comuni» ha studiato i diversi livelli di efficienza dei comuni italiani mettendo in evidenza che gli enti locali del Nord (in particolare Nord-ovest) richiedono politiche diverse rispetto agli enti del Sud, maggiormente focalizzate sul recupero dell’efficienza.
L’analisi si basa su un indice di bilancio che mette in relazione la spesa corrente sostenuta per la funzione fondamentale di Amministrazione (Missione 1 – Servizi istituzionali, generali e di gestione, a esclusione del Programma 0106 Ufficio tecnico) rispetto alla spesa corrente complessivamente sostenuta. Nel 2019 il valore mediano nazionale si è attestato a 0,34 (ossia mediamente il 34% della spesa corrente è destinata a spesa di Amministrazione), a livello regionale è il Piemonte a detenere la performance peggiore (0,41) seguita da Sicilia e Molise (entrambe a 0,40), mentre le regioni migliori sono Marche, Emilia-Romagna (entrambe a 0,27), Toscana e Sardegna (entrambe a 0,28). I valori più elevati si registrano nei comuni delle province di Asti (0,48), Alessandria, Vercelli (entrambi 0,46) e Imperia (0,45). I valori migliori si registrano nei territori di Macerata (0,20), Firenze (0,24) e Prato (0,25).
Si registra un incremento di spesa del +3,2% per le spese di Amministrazione nel triennio 2017-2019 con un tasso di crescita superiore a quello delle spese correnti (+1,5%), in tutte le categorie dimensionali. Marche (+10,8%), Basilicata (+6,8%) e Piemonte (+6,4%) sono i territori regionali dove l’incremento è più accentuato, mentre le riduzioni più significative sono quelle di Puglia (-3,1%) e Valle d’Aosta (-1,2%). Le prime cinque aree provinciali che hanno subito un forte aumento sono: Fermo (+22,3%), Macerata (+21,6%), Massa-Carrara (+16,2%), Verbano-Cusio-Ossola (+12,9%), Reggio di Calabria (+10,6%). Solo in 26 aree provinciali, di cui 15 nel Sud e Isole (Agrigento, Barletta-Andria-Trani, Cagliari, Caltanissetta, Caserta, Enna, Foggia, L’Aquila, Napoli, Oristano, Ragusa, Siracusa, Taranto, Trapani, Vibo Valentia) c’è stata una contrazione delle spese di Amministrazione.
L’ articolo 9 del Dl77/2021 considera anche i comuni tra i “soggetti attuatori” del PNRR, ossia tra gli enti che dovranno realizzare riforme e investimenti. L’efficienza degli investimenti pubblici è fondamentale per il successo del Piano, come riconosciuto dal Governo alle pagine 249-250 del PNRR. Qui si evidenzia infatti che, solo alti livelli di efficienza degli investimenti pubblici possono garantire l’obiettivo dell’aumento del tasso di crescita potenziale dell’economia italiana di 0,8 punti percentuali (0,5 punti per effetto della maggiore spesa e 0,3 punti percentuali per effetto delle riforme) portando il Pil nominale a +1,4%, nel 2026 rispetto allo +0,6% precedentemente stimato. Se l’efficienza degli investimenti pubblici sarà invece bassa, la crescita del Pil nominale della metà (1,8 vs. 3,6) rispetto allo scenario di base nell’anno 2026.