Il PNRR rimette al centro dell’agenda il ruolo delle Province: ad esse è affidato sia il ruolo di soggetto attuatore del PNRR, che quello di ente strategico.
Ad esse sono affidate due materie di stretta competenza provinciale: la manutenzione delle strade interne (e dei viadotti) e l’edilizia scolastica. Sul primo fronte, il Fondo Complementare destina 300 milioni alla viabilità delle aree interne e “affida ai presidenti di provincia il ruolo di pivot nella programmazione degli interventi”. Sul secondo punto, le Province, in quanto proprietarie di oltre 7mila plessi di scuole superiori, sono coinvolte negli interventi di edilizia scolastica previsti dal PNRR per oltre 3 miliardi.
Questa situazione, come presentato dal Sole24ore di oggi, presenta però un paradosso: un elevato numero di enti tra Province e Città Metropolitane non ha le risorse per chiudere la gestione ordinaria entro la scadenza del 31 luglio; inoltre, ad esse vengono destinati interventi che permettono 4.980 assunzioni in tre anni, senza che però ci siano le risorse per pagare i nuovi stipendi. Le Province presentano complessivamente 840 milioni di sbilancio nelle spese correnti fra le entrate e i fabbisogni finanziari certificati dai calcoli sugli standard, mentre il conto delle Città metropolitane è per 150 milioni in rosso. Con il Decreto Aiuti si è cercato di migliorare questa condizione ma gli interventi non bastano a chiudere i bilanci in pareggio al 31 di luglio e la situazione non sarà destinato a migliorare nel prossimo biennio, in cui il bilancio sarà pluriennale.
La gestione strategica del PNRR sarà quindi affidata a degli enti con gravi problemi finanziari, a cui le istituzioni faticano a dare una risposta.