A un anno dalla presentazione della Strategia per la banda ultralarga, si registrano significativi ritardi. Il piano, che include 25 azioni e richiede 2,8 miliardi di euro, è stato rallentato dalla mancanza di fondi e dal diniego della Commissione europea all’uso di 1,5 miliardi di economie previste dal governo Draghi. Recentemente, il Comitato interministeriale per la transizione digitale ha evidenziato la necessità di reperire urgentemente almeno 800 milioni di euro per avviare interventi prioritari, come le reti 5G pubbliche e l’estensione del piano “Scuola connessa”. Il piano “Sanità connessa” ha visto il 29% delle strutture attivate, mentre il programma di “Collegamento con le isole minori” ha completato 7 tratte su 21. Il progetto “Scuola connessa” ha attivato il 53% delle 9.000 sedi previste. Il progetto di “backhauling” per il 5G è in linea con la tabella di marcia, ma il piano di “densificazione” per le aree remote ha subito rallentamenti, portando all’introduzione della norma salva-antenne per semplificare le autorizzazioni comunali. La norma salva-Open Fiber per il piano “Italia a 1 Giga” non ha risolto completamente i problemi di copertura nelle aree grigie, e il negoziato con la Ue è ancora in corso. |