Audizione della Presidente del Ufficio parlamentare di bilancio sull’assetto della finanza territoriale e sulle linee di sviluppo del federalismo fiscale, anche con riferimento al PNRR

La Presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB), Lilia Cavallari, è intervenuta il 5 maggio in audizione presso la Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, anche in relazione al PNRR. Riguardo all’effettiva realizzazione degli obiettivi del Piano, la Presidente ha riscontrato tre principali criticità:

  • la capacità delle Amministrazioni centrali di orientare, attraverso l’attivazione di bandi/avvisi pubblici, l’allocazione dei fondi tra Enti in modo coerente con gli obiettivi specifici e trasversali del Piano;
  • l’adeguatezza delle strutture amministrative e tecniche dei livelli subnazionali di governo nel predisporre progetti adatti a rispondere alle diverse linee di investimento;
  • gli attuali tempi di realizzazione delle opere, che riflettono le differenti capacità di programmazione e di gestione delle Regioni e degli Enti locali. 

In particolare, riferendosi al terzo elemento di criticità, Cavallari ha sottolineato che dalle procedure di appalto condotte tra il 2007 e il 2021 emerge che nel Mezzogiorno i tempi sono stati maggiori mediamente del 7% rispetto al Centro, del 21% rispetto al Nord-Est e del 22% rispetto al Nord-Ovest.

Secondo le analisi econometriche condotte dall’IRPET in collaborazione con l’UPB questa scarsa performance potrebbe migliorare, sia grazie alle modifiche già adottate per sostenere i progetti finanziati dal PNRR, sia grazie a quelle del disegno di legge delega per la riforma dei contratti pubblici (procedura negoziata, affidamento diretto, criterio del massimo ribasso di prezzo, appalto integrato, a cui la delega punta a dare maggiore centralità rispetto al Codice degli appalti del 2016).

Inoltre, una migliore performance dipenderà anche, secondo la Presidente, da una rinforzata attenzione alla qualità delle controparti. I risultati del modello econometrico mostrano con chiarezza che l’esperienza accumulata sia dalla stazione appaltante sia dalle imprese (approssimata con il numero di lavori conclusi nei quattro anni precedenti) sono associabili a riduzioni dei tempi di esecuzione e complessivi. Cavallari sostiene che le misure adottate negli scorsi anni e gli indirizzi del disegno di legge delega si muovano in questa direzione, con una rinnovata attenzione al sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti e al rating di impresa.

Un’efficace valutazione delle stazioni appaltanti e delle imprese è necessaria, conclude la Presidente, anche per massimizzare gli effetti di altre due misure contenute nel disegno di legge delega: il primo è lo stimolo all’aggregazione delle stazioni appaltanti comunali, che i risultati delle analisi associano ad allungamenti dei tempi di realizzazione quando le unità che si consorziano condividono condizioni di partenza problematiche (come spesso nel Mezzogiorno); il secondo è il recepimento dello Small Business Act che, se troppo meccanico in tutte le aree del Paese, potrebbe, riservando spazi alle PMI e alle imprese di prossimità, tradursi in svantaggi di tempo e di costo.