Per l’Osservatorio Pnrr dell’Ance, l’Italia non è più la Cenerentola nella pianificazione delle opere e sulla spesa per il Pnrr siamo più avanti di come sembra. Nel corso dell’Assemblea 2025 sono stati presentati i numeri elaborati dall’Osservatorio. Secondo Federica Brancaccio, presidente di Ance, “il piano, più volte aggiornato, ha introdotto un nuovo modello decisionale e di gestione con target chiari, obiettivi precisi, risorse certe e riforme. A fine febbraio la spesa effettivamente sostenuta ammontava a poco più del 34% delle risorse a disposizione e a circa due terzi dell’obiettivo fissato per la fine del 2024. Un risultato probabilmente sottostimato, a causa dei ritardi nel caricamento dei dati. I dati dell’Osservatorio dicono che il 60% dei cantieri è in corso o concluso. È un dato incoraggiante, ma dimostra, ancora una volta la difficoltà di gestire il tempo. Per programmare bene occorre provare a immaginare scenari che durino”.
Grazie al Pnrr e al nuovo Codice degli appalti, le criticità legate alla burocrazia e all’assenza di una corretta pianificazione sono in parte superate con una forte accelerazione sia nell’attribuzione delle risorse (meno di sei mesi) sia nei tempi di affidamento di un’opera (da oltre un anno a poco più di tre mesi).
Le proposte: Ance ha messo a punto un pacchetto fatto da Dieci leve concrete per trasformare la transizione ecologica in una vera politica industriale. Con obiettivi chiari, vincolanti, misurabili e strumenti per monitorarne l’attuazione. Una cabina di regia con una governance integrata e responsabilità condivisa da parte di tutte le istituzioni coinvolte: ambiente, economia e Gse. Infine, un mix sostenibile di leve fiscali e contributi diretti. Il presidente Brancaccio indica quattro direttrici del cambiamento: rigenerazione delle città e accesso alla casa, infrastrutture per l’adattamento, rivoluzione digitale e dignità del lavoro e formazione.