Approvata in Commissione REGI dell’Europarlamento la proposta di riforma dei fondi di coesione: al primo posto green , casa, infrastrutture competitività. All’Italia 43 mld di euro, il 70% al Sud

Il 25 giugno la commissione REGI del Parlamento europeo ha adottato due importanti relazioni che ridefiniscono la politica di coesione dell’UE rispetto alle sfide emergenti, mantenendo l’obiettivo della solidarietà territoriale. Le novità principali sono l’ampliamento delle priorità dei fondi di coesione e il potenziamento delle misure contro la crisi abitativa, con particolare attenzione alle regioni meno sviluppate.

Con 26 voti favorevoli, 10 contrari e 5 astensioni, la commissione ha approvato una revisione del ciclo di finanziamento 2021-2027, introducendo nuovi ambiti d’intervento: capacità industriale per la difesa, mobilità militare, resilienza idrica, alloggi a prezzi accessibili, decarbonizzazione, interconnessioni energetiche e competitività industriale attraverso la piattaforma STEP (“Tecnologie strategiche per l’Europa”). Approvate nuove condizioni finanziarie favorevoli, tra cui la possibilità di cofinanziamento al 100% e un prefinanziamento al 30%. Come proposta anche l’abbassamento al 10% (dal 15% iniziale) della soglia minima di riallocazione dei fondi per beneficiare di un pagamento supplementare.

Con 32 voti favorevoli e nessuna astensione, è stata approvata anche una relazione dedicata al ruolo dei fondi di coesione per affrontare la crescente emergenza abitativa e garantire il diritto di restare in città e nei territori rurali sotto pressione ai giovani e alle fasce vulnerabili. la Commissione chiede di raddoppiare i finanziamenti destinati agli alloggi accessibili e di rendere l’abitare sostenibile una priorità strategica del bilancio post-2027. Tra le nuove misure anche l’introduzione di obiettivi specifici per gli alloggi pubblici, sociali e cooperativi, accompagnati da cofinanziamenti completi e interventi rapidi tramite regimi di aiuti di Stato pronti all’uso.

Un ruolo centrale è attribuito alle autorità locali e regionali nell’attuazione dei progetti. Nella proposta dell’Europarlamento i trasferimenti di fondi già pianificati dovranno essere vincolati al loro consenso, evitando la centralizzazione delle decisioni. Particolare attenzione è rivolta anche ai territori remoti, insulari e di confine.

I prossimi negoziati con il Consiglio dell’UE saranno avviati ufficialmente durante la plenaria di luglio. I nuovi strumenti potranno partire immediatamente e saranno operativi entro il 2026.