Nonostante il Quirinale si sia espresso favorevolmente alla riforma sul processo penale (riforma orizzontale), sono 1.631 le proposte di correzione presentate un po’ da tutte le forze politiche alla riforma Cartabia.
917 solo dal M5S, dove trovano spazio sia un ritorno alla vecchia prescrizione (stop ai termini di 2 anni in appello e di 1 in Cassazione), sia la riedizione del Lodo Conte bis (stop alla prescrizione dopo il primo grado, ma solo per i condannati). A venire modificato dovrebbe essere anche il momento da cui inizia il conteggio dei tempi per l’appello. Dal Pd, oltre alla cancellazione della lista chiusa dei reati con termini più estesi se complessi, arriva l’indicazione per una fase transitoria diversa, che veda termini di improcedibilità più lunghi, 3 anni in appello e 2 in cassazione, almeno sino al 31 dicembre 2024.
Per quanto riguarda la riforma del fisco (riforma di accompagnamento al piano, da presentare entro luglio). il testo della legge delega sarà inevitabilmente incentrato su principi generali, ma punterà più sulla semplificazione dell’ordinamento che sulla riduzione secca della pressione fiscale. E se di semplificazioni si tratterà, di sicuro sarà prevista l’accorpamento dell’Irap all’Ires, con l’addio all’imposta regionale. Questa misura esaurirebbe da sola il budget, dal momento che resterebbe da coprire una quota intorno ai tre miliardi dell’Irap versata dai soggetti che non pagano l’imposta sulla società.
È difficile, però, immaginare che la delega in costruzione rimanga del tutto in silenzio su temi come il rilancio dell’Iri o il taglio dell’Irpef sul terzo scaglione di reddito (l’attuale aliquota del 38%). Temi chiesti a gran voce dal documento approvato dalle commissioni Finanze di Camera e Senato, ma parecchio costosi per il bilancio pubblico.