L’effetto-guerra ha provocato un incremento dei prezzi per la costruzione: +37,25 per l’acciaio, +34,3% per il bitume, +142,5% per l’energia e +179,7% per il gas naturale. Per questo, il dl Aiuti avrebbe dovuto compensare i costruttori con circa 3 miliardi del picco dei costi non contemplati nei contratti di affidamento. Tuttavia, di queste risorse le imprese hanno visto poco. Le stazioni appaltanti hanno chiesto solo 230 milioni dell’1,7 miliardi assegnati al PNRR, PNC e Commissari straordinari. Dei fondi per il secondo semestre 2021 era stato pagato dal Mit solo il 13%; dei fondi per il periodo gennaio-luglio 2022 era stato pagato dal Mit solo il 2%; per i fondi per il periodo agosto-dicembre 2022, è appena iniziata l’istruttoria. Secondo Ance è necessaria una disposizione che permetta al Mit di anticipare alle stazioni appaltanti una parte dei fondi per il caro materiali richiesti nel 2022 e non ancora erogati. Altrimenti, il rischio è un blocco delle opere in esecuzione e l’assenza di partecipazione alle gare aperte.
Un’altra questione sollevata da Bocognani riguarda le fideiussioni bancarie e le garanzie necessarie per partecipare ai bandi. ANCE chiede per questo lo svincolo progressivo della cauzione definitiva e la facoltà per Sace di avvalersi di riassicuratori e controgaranti del mercato privato per ottimizzare la gestione del rischio.