Analisi del centro studi dell’ ANCE sugli investimenti in costruzioni

Gli investimenti in costruzioni hanno segnato due anni di crescita record, del 20% nel 2021 e del 12% nel 2022 ma nel 2023 l’ANCE prevede un ritorno del segno negativo con un calo degli investimenti del 5,7%. L’inversione di rotta prevista per il prossimo anno è segnata, da un lato, dalla frenata che subirà il Superbonus, che perderà il comparto delle villette unifamiliari, dall’altro, dall’incertezza che grava sull’effettiva partenza delle nuove opere del PNRR. Secondo l’analisi dell’Osservatorio congiunturale ANCE, le opere sono in ritardo di almeno sei mesi. Come confermato dalla Nadef 2022, che registra un -3,3% degli investimenti fissi lordi della PA, le difficoltà attuative del PNRR hanno reso necessario il rinvio di alcuni investimenti dal 2022 agli anni successivi. Altra conferma deriva dai dati RGS sulla spesa in conto capitale da parte dei Comuni che nel terzo trimestre del 2022 segnano una battuta d’arresto (-1%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Inoltre, le stesse procedure previste per l’accesso ai fondi per quanto riguarda gli extracosti stanno richiedendo tempi lunghi, circa il 70% delle imprese associate ANCE non ha ancora ricevuto le coperture necessarie e quelle che le hanno ricevute sono riuscite a coprire solo il 15,4% dei costi sostenuti. Entro il 2023 è prevista l’aggiudicazione di appalti per oltre 20 miliardi di euro di investimenti in costruzioni. Per le opere del MIMS circa il 60% delle amministrazioni locali è impegnato nella redazione del progetto definitivo e/o esecutivo, questa percentuale scende al 36% nelle regioni del Sud.