ALLARME SULLE STAZIONE PER L’IDROGENO STRADALE E L’INSTALLAZIONE DI COLONNINE ELETTRICHE: LA CORTE DEI CONTI VUOLE SANZIONI MA FITTO RISPONDE 

L’obiettivo europeo che chiede all’Italia di concludere entro il 30 giugno le procedure di appalto per la costruzione di 2.500 stazioni di ricarica per veicoli elettrici sulle autostrade e altre 4mila nelle aree urbane, è a rischio di non essere raggiunto, a causa della mancanza di programmazione da parte del ministero dell’Ambiente, responsabile dell’investimento finanziato con 740 milioni di fondi Ue. Lo stesso discorso vale per la milestone che prevedeva entro il 31 marzo l’aggiudicazione dei lavori per almeno 40 stazioni di rifornimento a idrogeno per il trasporto stradale, gestita dal ministero delle Infrastrutture, che non è stata raggiunta. Ciò è dovuto alla mancanza di interesse da parte degli operatori privati, bloccati dall’incrocio tra il costo di investimento iniziale e quello dei costi operativi, con un possibile flusso di cassa negativo nei primi 10-15 anni. Ciò mette a rischio la quarta rata da 16 miliardi, collegata agli obiettivi programmati entro il 30 giugno. Per questo motivo, i magistrati contabili invitano il ministero ad identificare i dirigenti che hanno direttamente causato tale ritardo e punirli con sanzioni che vanno dall’impossibilità di rinnovo dello stesso incarico dirigenziale fino alla revoca anticipata. Questa è la prima volta che la Corte dei Conti, anche se ha fatto analisi su singole misure, arriva a contestare la mancata rispondenza al cronoprogramma e a delineare l’ipotesi che i dirigenti possano essere chiamati a rispondere del mancato conseguimento di uno degli obiettivi del PNRR. Tuttavia, Fitto ha obiettato a questo punto in modo dettagliato i limiti delle competenze della Corte, al fine di evitare confusione in un momento così importante per lo sviluppo del PNRR. Nel suo discorso ha sottolineato che “la Corte può indicare ‘gravi irregolarità gestionali’ e segnalarle all’amministrazione competente per la responsabilità dirigenziale”. Tuttavia, non può andare oltre e soprattutto non può verificare se le milestone europee siano state raggiunte, poiché tale verifica spetta solo all’Esecutivo comunitario con lo Stato membro.