Riforma della concorrenza (Missione 1, Componente 1, Riforma 2): c’è un’intesa di massima sugli articoli 5 (concessioni idroelettriche) e 15 (rimborsabilità dei farmaci equivalenti). Nel primo caso, l’intesa riguarda le assegnazioni ed in particolare la possibilità per le Regioni di privilegiare l’affidamento sulla base del partenariato pubblico privato. Significa che i concessionari uscenti, se la manifestazione di interesse indetta dalla Regione produce l’offerta di nuovi candidati, possono pareggiarla ed esercitare un’opzione per mantenere la concessione. Rivisto anche il termine per completare le procedure di assegnazione dal 31/12/2022 al 31/12/2023, così da garantire continuità agli ex concessionari per altri tre anni dopo l’entrata in vigore della legge (e non più due come nell’attuale versione). Per quanto riguarda invece la rimborsabilità dei farmaci equivalenti, la modifica su cui sta convergendo la maggioranza prevede che i produttori di farmaci equivalenti possano presentare all’Aifa la domanda per la classificazione ai fini della rimborsabilità prima della scadenza del brevetto o del certificato di protezione complementare ma con la specifica che il rimborso può scattare solo a decorrere dalla scadenza dei titoli sul principio attivo.
Riforma degli appalti pubblici (Missione 1, Componente 1, Riforma 1.10): nonostante gli apprezzamenti degli ispettori PNRR sull’avanzamento della legge delega sugli appalti pubblici, la Commissione ha confermato la procedura di infrazione 2018/2273 contro l’Italia. In particolare, la Commissione chiede alle autorità italiane di affrontare alcune questioni rimanenti e aggiuntive relative al recepimento delle norme UE sugli appalti pubblici. Secondo la Commissione, alcune delle nuove norme italiane, come le disposizioni sulle procedure negoziate senza bando di gara, non sono conformi alla legislazione UE sugli appalti pubblici. Sebbene la Commissione prenda atto degli importanti progressi compiuti dall’Italia nel rendere la legislazione nazionale conforme al quadro normativo dell’UE in materia di appalti pubblici, la Commissione invita l’Italia ad affrontare le restanti questioni già sollevate nelle precedenti lettere di messa in mora, come il divieto per i subappaltatori di utilizzare altri subappaltatori. Come riportato dal Sole 24 Ore di oggi, la risposta italiana dovrà arrivare entro sessanta giorni e arriverà non tramite la legge delega, ma eventualmente correggendo il regime straordinario degli affidamenti, collegato proprio all’attuazione del PNRR. Non si può non notare, però, un elemento paradossale nel fatto che Bruxelles sembrerebbe contestare le norme di semplificazione adottate per accelerare gli appalti del PNRR.