A fine aprile la prima tranche di finanziamenti alle Regioni per il programma GOL

Il programma Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori si inserisce nell’ambito della Missione 5, Componente 1 del PNRR, la sezione del Piano dedicata alle politiche del lavoro ed ha l’obiettivo di rilanciare l’occupazione con misure di formazione e di reinserimento a supporto di  lavoratori in transizione e disoccupati (percettori di reddito di cittadinanza, NASPI, e CIGS). La dotazione finanziaria della riforma è pare a 4,4 miliardi di euro, a cui si aggiungono 600 milioni di euro per il rafforzamento dei Centri per l’impiego, 600 milioni di euro per il rafforzamento del sistema duale e 500 milioni di euro a valere sul React-EU.

Dopo la pubblicazione del Decreto del MLPS di concerto con il MEF del 5 novembre 2021 e del Decreto MLPS del 14 dicembre 2021 che adotta il Piano Nazionale Nuove Competenze, l’inizio del 2022 è stato dedicato all’adozione di Piani regionali per la piena attuazione di GOL. I PAR – Piani Attuativi Regionali – sono stati sottoposti alla valutazione di coerenza con il Programma Nazionale da parte dell’ANPAL e hanno tutti ottenuto un parere positivo. Entro aprile è prevista la distribuzione di una prima tranche di 660 milioni di euro, che dovranno essere destinati alla formazione e all’aggiornamento delle competenze. Ulteriori risorse,  pari a 220 milioni,  saranno distribuite una volta rendicontato l’utilizzo di almeno il 50% dell’acconto ( 880 milioni).  Le regioni che beneficiano di un numero più cospicuo di risorse sono la Campania, a cui spettano oltre 119,4 milioni, e la Lombardia, che riceverà circa 101,29 milioni.

Entro il 31 dicembre del 2022 è previsto il raggiungimento del target per  almeno il 10% di destinatari del programma GOL, ovvero 300.000 persone, anche se l’obiettivo che il Governo ha posto alle Regioni è molto più ampio, ovvero la presa in carico del 20% dei percettori (circa 600.000 persone).

La buona riuscita della riforma dipenderà dalla riforma e dal rinnovamento dei centri per l’impiego che ad oggi, soprattutto in alcuni contesti regionali,  non hanno la capacità di svolgere la funzione di facilitatore tra domanda e offerta di lavoro e che dunque rischiano di compromettere la buona riuscita della riforma e soprattutto una parità di accesso effettiva alle opportunità del PNRR.