1000 esperti per gli enti locali: la fretta è nemica del bene

In arrivo giovedì all’esame della Conferenza Stato – Regioni – Autonomie, il Dpcm che distribuirà i mille «esperti multidisciplinari» previsti dal Dl 80/2021 e dall’investimento 2.2 della seconda componente della Missione 1, per supportare gli enti locali nella gestione delle «procedure complesse». Le task force si occuperanno, tra gli altri, di smaltire arretrati e di supportare gli enti nella presentazione dei progetti e nelle rendicontazioni da inviare al Mef. Le risorse per l’operazione ammontano a 320,3 milioni, a valere sul fondo di rotazione del PNRR, che saranno assegnati in tempi serratissimi in base a un doppio criterio:

  • il 20% (64,06 milioni per 200 posti) sarà distribuito in base a una quota fissa, uguale per tutte le Regioni (con un piccolo premio al Sud) e Province autonome
  • l’80% (256,24 milioni per 800 posti) sarà assegnato in base alla popolazione («quota variabile»).

Il secondo parametro, quello demografico, favorirebbe gli enti del Centro-Nord, a cui verrebbe destinato il 60% delle risorse, in primis la Lombardia (42 milioni per 131 posti). Ed è per questo che la discussione in Conferenza unificata verterà specialmente su una possibile attenuazione di questo parametro, alzando al 30% la quota fissa, uguale per tutti, e riducendo quindi al 70% quella variabile dipendente dalla popolazione.

In ogni caso, come nota Gianni Trovati sul Sole 24 Ore di oggi, 5 ottobre 2021, nessuno dei parametri scelti si basa sulle difficoltà amministrative delle amministrazioni destinatari delle task force, che sarebbe in realtà il parametro chiave, poiché sul tavolo degli esperti finiranno tutte le carte burocratiche necessarie per l’attuazione del Piano, tra cui le procedure di affidamento dei lavori negli appalti, da cui dipenderà il successo dell’intero PNRR.